Un patrimonio e un'opportunità per il Quartierelogopiano2

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Villa Bernini Buri è una pregiata villa veneta che si trova in località Molini di San Michele Extra.

Durante il suo massimo splendore fu un complesso monumentale formato dalla casa patronale, dalla cappella, dai rustici, dalle scuderie, dalle stalle, dalla casa del fattore, dalla barchessa, circondata da 300 ettari di campagna e da un parco all'inglese in gran parte alberato anche con piante esotiche che, dalle sponde del fiume Adige, si estendeva per circa 25 ettari.

A costruire la Villa, secondo la tradizione, fu Gian Antonio Spolverini. Già dal 1574 viveva in quel luogo la famiglia Buri che fece eseguire importanti interventi di bonifica nella campagna ed arricchì la casa padronale di arredi e dipinti di pregio.

A Villa Buri venne associata poi la cappella della Sacra Famiglia costruita nel 1700 e dedicata a San Matteo. All’interno furono collocate le lapidi dei Buri, dei Bernini e di altre famiglie aristocratiche con cui erano imparentati i fondatori.

La prima notizia storica di Villa Buri, risale al 1738: il duca di Lorena e la consorte Maria Teresa, regina d’Ungheria e Arciduchessa d’Austria vi abitarono (28 giorni) per evitare il contagio della peste. Giovanni Danese Buri, agli inizi dell’Ottocento, realizzò il parco e il giardino all’inglese di cui ancor oggi si possono cogliere le antiche vestigia.

Nel 1880 morì Girolamo, ultimo dei Buri ed i Bernini (la famiglia del genero) ne assunsero il nome.

Non va dimenticato che per secoli i conti Buri-Bernini furono gli autentici Sorastanti di San Michele e delle Basse, possedendo un’infinità di terre e opifici. Essi seppero dominare senza rivali la vita politica, religiosa e sociale di San Michele fino alla costituzione della Repubblica.

L’ultimo conte Giuseppe Bernini Buri abitò nella Villa nel periodo fascista, partito a cui aderì rivestendovi incarichi di rilievo, mentre il complesso era ancora nel suo pieno splendore.

Per i socialisti, gli anarchici e i ribelli di varia natura del paese i Buri rappresentavano semplicemente i poco stimati Padroni. A questo proposito va ricordata la piece teatrale di Marco Campedelli (“I Conti non tornano”) del 2015, che rievocò i giorni e le ragioni profonde del saccheggio che avvenne alla fine dell'ultima guerra, messo in opera dai compaesani.

Appena finita la guerra la famiglia Buri Bernini (ancora sfollata) subì come detto un grande saccheggio dalla popolazione locale e non tornò piu'. La Villa ospitò gli alluvionati del Polesine (1951-1953). Non va dimenticata la presenza, dal 1953 al 1959, di Mario Mazza, uno dei fondatori dell’Associazione Scout (ASCI) che vi si trasferì realizzando un collegio per ragazzi. Questa intensa presenza diede la spinta alla vocazione “Scout” della Villa, che non venne mai piu' dispersa.

Nel 1961 il complesso venne affittato ai Fratelli della Sacra Famiglia, i quali restaurarono la Villa, i fabbricati rurali e il parco. I Buri Bernini, nel 1971, vendettero la proprietà in parte al Comune e in parte alla Congregazione della Sacra Famiglia.

I Fratelli, nel 2000, dati gli alti costi di gestione, decisero di vendere. I rappresentanti di varie associazioni (2001) valutarono l’opportunità di acquistare per crearvi un "Grande parco Culturale". Il progetto prevedeva la creazione di uno spazio, dove promuovere ed accogliere iniziative culturali inerenti l’ambiente, la pace, l’economia e la giustizia, temi a cui si mostrarono sensibili gli imprenditori Marina Salamon e Marco Benatti.

Questi ultimi acquistarono (2002) la proprietà che cedettero in comodato all’Associazione Villa Buri Onlus (costituitasi nel 2003) attiva ancora oggi.

Dobbiamo ad essa il patrocinio di numerose iniziative a sfondo sociale (la piu' conosciuta è la “Festa dei Popoli”).

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Breve storia di Villa Buri a San Michele https://www.sanmichele.online/ Jasmeno

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